I ragazzi vanno a Londra

I ragazzi vanno a Londra

La nuova pubblicazione di BookTribu vede riuniti in un unico volume i personaggi della saga di Green Park con cui lo scrittore torinese Andrea Malabaila si fece conoscere al grande pubblico dal 2003.

 I ragazzi vanno a Londra, (link) edizioni BookTribu, in libreria dal 18 maggio, compendia due romanzi e un racconto, pubblicati ad anni di distanza, che diventano un’unica organica pubblicazione.

“Insieme a Gianluca Morozzi, che ha curato il volume – spiega Andrea Malabaila – abbiamo pensato di riunire per la prima volta in una sorta di triplo romanzo il mio romanzo più letto e conosciuto, Bambole cattive a Green Park, e i suoi prequel e sequel, Latte chimico e Green Park Serenade. Una lunga storia di formazione per tutti i lettori che sono stati giovani e magari lo sono stati proprio negli anni Novanta”.

Andrea è stato intervistato per noi proprio da Gianluca Morozzi.

A quasi vent’anni da Bambole cattive a Green Park sei tornato a mettere mano a quel vecchio testo, sia pur solo per inserirlo in questo volume unico: che effetto ti fa rileggerlo dopo tanti anni e tanti altri romanzi?

L’avevo già ripreso in mano qualche anno fa per scrivere il sequel, Green Park Serenade, e in quel caso mi ero divertito a riscrivere alcune scene. In questo caso ho preferito non toccare nulla perché se avessi provato a rivederlo sarei stato costretto a riscriverlo da capo. Ho preferito rispettare la versione originale, mantenerla come la fotografia di un altro me stesso e di un altro tipo di scrittura, più ingenuo ma anche più fresco e spontaneo. D’altra parte quando pubblichiamo un testo non siamo più i suoi esclusivi proprietari, è come se diventasse qualcosa di indipendente da noi. È lo stesso motivo per cui mi dà fastidio quando i cantanti prendono i loro pezzi più famosi e li reinterpretano tradendo le aspettative del pubblico.

Quei personaggi ti hanno parlato almeno tre volte in un ventennio (o giù di lì): torneranno ancora?

Probabilmente sì, ritornano sempre! E poi a me piace fare una cosa che so che ami fare anche tu: creare dei piccoli collegamenti tra le mie storie, riprendendo qua e là anche i personaggi minori. Ad esempio la Sally di Bambole cattive a Green Park ritorna in Revolver, Cobetti e Edoardo ritornano in La parte sbagliata del paradiso… Un giorno magari scriverò la storia dei loro figli che vanno a Londra e chissà cosa ne penseranno i padri. Ma devono ancora passare un po’ di anni (per loro e per me).

Quel primo romanzo è figlio un po’ degli anni Novanta di Culicchia, di Bret Easton Ellis, della fascinazione di Londra, giusto?

Giustissimo. C’è un film dell’85 che qui a Torino viene sempre citato ma è praticamente introvabile, tanto che sono riuscito a vederlo solo di recente. Si intitola “I ragazzi di Torino sognano Tokyo e vanno a Berlino” (sì, il titolo della mia raccolta ne è un omaggio). Negli anni Novanta noi invece sognavamo Londra, eravamo in piena era britpop. Ma la cosa bella è che in quegli anni c’era un fermento letterario, a livello giovanile, che era entusiasmante. I Culicchia, i Brizzi, i cannibali venivano messi sulle copertine delle riviste come delle rockstar. Scrivere era diventato improvvisamente figo. E si poteva sperimentare un sacco. Ammetto che mi manca un po’, quell’atmosfera lì.

Quanto conta Torino per te come sfondo e come fonte di ispirazione?

Conta tantissimo perché sono nato e vivo a Torino. Anche la Londra che racconto è una città filtrata attraverso gli occhi di ragazzi che arrivano da Torino. Non potrei raccontare come vedono (e vivono) Londra i londinesi. Nelle mie storie Torino è sempre presente, anche quando è lontana.

Che effetto ti fa vedere questi tre momenti di scrittura riuniti tutti insieme in un volume unico?

È molto bello perché era una cosa che sognavo da tempo. Bambole cattive a Green Park è stato il mio libro più letto e venduto ma da tempo era fuori catalogo. Molti mi scrivevano per sapere come trovarlo oppure mi mandavano foto di copie trovate ai mercatini o su eBay. Mi interessava che potesse tornare disponibile. E, poi, per chi ha letto solo un pezzo della saga questa è l’occasione buona per fare un ripasso e recuperare il resto. Quindi grazie a chi vorrà fare o rifare questo viaggio insieme a me!



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